RACCONTO DI UNA VACANZA IN HOUSEBOAT ALLA SCOPERTA DELLA LAGUNA VENETA

Il bello di essere lenta come una lumaca è che ti puoi godere ogni attimo di ogni passo che fai, apprezzando i particolari di un mondo troppo spesso (s)visto di corsa. Ma il bello di essere proprio una lumaca è che, se sei stanca e vuoi fare un pisolino, puoi fermarti e ritirarti in casa tua, nella tua bella chiocciola sempre a portata di mano.

È un po’ quello che succede quando si sceglie di fare una vacanza in houseboat optando per uno dei tanti percorsi fluviali da solcare a bordo di “case natanti” ormai così attrezzate e confortevoli da essere il mezzo di viaggio preferito dai traveller più trendy d’Europa. O da chi voglia provare emozioni forti come quella di trasformarsi in capitano e, dal ponte di comando, pilotare personalmente una houseboat (non serve la patente nautica) e non aver nulla da fare per ore se non osservare il panorama che scorre intorno, respirare i profumi del bosco, guardare i cormorani che si asciugano al sole, ascoltare il verso degli uccelli. Ma non spoileriamo: ecco le tre regole d’oro per un viaggio indimenticabile a scorrimento lento, “provato” da Elle.

Prima regola, noleggiare l’imbarcazione giusta da un tour operator giusto, cioè di comprovata esperienza e che abbia uno spot di partenza comodo e attrezzato come, per esempio, quello a Casale sul Sile di Le boat (leboat.it), noto tra i patiti del genere per la sua flotta di barche fluviali adatte a ogni esigenza (fino a 12 persone a bordo, con cabine doppie dotate di servizi privati), e per le proposte di destinazioni internazionali quali Francia, Belgio, Germania, Paesi Bassi, Irlanda, Inghilterra, Scozia, addirittura Canada. Oltre ovviamente all’Italia, da scoprire, da maggio a ottobre, in un percorso che ti porta dal Friuli verso Trieste per godersi spiagge e acque termali o da Treviso alla Laguna di Venezia, percorrendo il parco naturale regionale del Sile (citato per la sua bellezza anche da Plinio il Vecchio!), con attracchi riservati che ti aspettano nelle isole maggiori, a Chioggia o nell’area del delta del Po.

Ed è proprio verso la laguna veneta che Elle ha puntato la prua della “sua” houseboat di due piani per un long weekend indimenticabile in cui percorrere non più di una trentina di miglia nautiche durante le quali però… c’è tutto da vedere: innanzitutto, il Sile che, con i suoi 100 km di lunghezza, è il fiume di risorgiva più lungo del mondo, circondato da una natura selvatica è anche l’ideale (insieme al delta del Po) per una seduta di birdwatching. Indispensabile poi trascorrere una notte magica all’attracco di Burano per godersi dalla propria barca lo spettacolo delle casette colorate al tramonto, quando gli altri turisti se ne vanno.

Di buon mattino, tappa a Torcello per vedere i mosaici veneziano-bizantini della basilica di Santa Maria Assunta, e un salto a Mazzorbo dove sfruttare le bici in dotazione a bordo (su richiesta) per scoprire la chiesa monastero di Santa Caterina, gioiello del 1300. E poi l’esperienza di passare la chiusa di Porte Grandi (con un saliscendi di 6 metri) e, confessiamo gli errori, di rimanere insabbiati per una manovra sbagliata. Ma nessun timore: nell’eventualità, a portarvi in salvo ci pensa l’alta marea che, se avete pazienza, a un certo punto arriva a disincagliarvi, oppure… lo staff di Le boat che vi segue h24 con il gps.

Ma per godersi tutto questo è fondamentale attenersi alla seconda regola del vero houseboater: non sbagliare equipaggio. Il buon capitano sa scegliere con cura la sua ciurma, più che per l’abilità tecnica, per il modo di vedere la vita. E quindi se a bordo salgono dei buongustai, meglio. Sì, in effetti tra gli obbiettivi di Elle, oltre all’avventura, c’era anche quello di lanciarsi in un’esperienza gastronomica di un certo rilievo, come tradizione veneta promette. Moeche fritte (granchietti), schie (gamberetti piccoli piccoli), vongole, granseole, sarde in saor, baccalà mantecato e non, scampi alla griglia, granciporro (un granchio gigante)… Insomma, il paradiso degli amanti del pesce, che apre le porte a chi prenota un tavolo in locali più e meno rinomati: si va dall’Ostaria Alla Torre (ostariaallatorre.it), a Casale sul Sile, consigliato prima di salpare per partire con l’umore giusto, all’elegante Venissa (venissa.it) per una cena davvero speciale; dal noto Gatto nero (gattonero.com), a Burano, da prenotare con molto anticipo, alla Osteria Penzo (osteriapenzo.it) per chi arriva fino a Chioggia, o da Celeste (daceleste.com) sull’isola di Pellestrina.

Infine, la terza fondamentale regola: prenderla con filosofia. Quando si parte e lo stress chiede d’essere messo in modalità volo (perché ancora non esiste la modalità houseboat) e, anche, quando si torna, perché non si vorrebbe più scendere. E non resta che una certezza: prima che arrivi l’autunno, si rifà.

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