DIABETE, MOLTI CE L’HANNO E NON LO SANNO

Una grossa fetta dei pazienti colpiti dal diabete scopre di essere effettivamente malato solo quando si presentano alcune delle complicanze ad esso associate. Eppure, si tratta di una patologia piuttosto diffusa (in Italia ne soffre il 6,3% della popolazione, stando ai dati ISTAT del 2021) e i cui sintomi, e i fattori di rischio, dovrebbero ormai essere abbastanza conosciuti al grande pubblico.

 

I fattori di rischio

Parlando nello specifico del diabete di tipo 2, anche chiamato “alimentare” è necessario ricordare il ruolo cruciale che gioca il nostro stile di vita rispetto all’esposizione al rischio, anche se non è l’unico fattore da prendere in considerazione.

 

Per quanto riguarda la malattia, infatti, non andrebbero sottovalutati tutte le variabili ambientali e genetiche, quali ad esempio il sesso (colpisce con più frequenza gli uomini), l’etnia o la storia familiare. Ci sono poi le abitudini quotidiane, che se scorrette andrebbero modificate per non rischiare di sviluppare problemi futuri. Innanzitutto la sedentarietà, sulla quale si può lavorare anche soltanto concedendosi una passeggiata di una mezz’oretta ogni giorno, andando in palestra o in alternativa svolgendo un allenamento a corpo libero.

 

Grande attenzione andrebbe posta sull’alimentazione: di importanza fondamentale in questo senso è seguire una dieta sana ed equilibrata, limitando al massimo il consumo di zuccheri e di alimenti iper processati, come ad esempio le merendine e le bibite gassate industriali, così come i cibi ricchi di grassi saturi. La malattia è causata proprio da un quantitativo eccessivo di glucosio nel sangue, ed è legata ad un malfunzionamento dell’insulina in circolo.

 

I campanelli d’allarme

Quando si parla di diabete di tipo 2 (diverso dal tipo 1, condizione cronica che di norma si presenta in maniera improvvisa) è necessario preoccuparsi quando si nota una sete o una fame costante, accompagnata da uno stimolo frequente ad urinare. Perdita improvvisa di peso, senso di stanchezza persistente e vista offuscata possono inoltre essere altri campanelli d’allarme da prendere in considerazione prima di un’eventuale diagnosi.

 

Le complicanze

Premesso che gli strumenti diagnostici a disposizione sono efficaci e numerosi, come il test dell’insulina a digiuno, è importante ricordare che, senza il giusto trattamento, il diabete di tipo 2 può provocare problemi di salute anche seri alle arterie e ai nervi, la retinopatia, disturbi di varia natura al sistema cardiocircolatorio e anche l’insufficienza renale.

 

Ozempic

Tra le varie terapie di recente si è fatto un gran parlare anche del principio attivo semaglutide, che viene utilizzato principalmente per il controllo glicemico nei pazienti diabetici. La sua popolarità è aumentata soprattutto in funzione al suo effetto sulla perdita di peso, che ha portato molti a considerarlo un’opzione valida anche in assenza di diabete. Sembra, in aggiunta, che il vero valore aggiunto di questo farmaco possa risiedere nella sua capacità di proteggere i reni dai danni tipici della malattia renale cronica. A evidenziarlo è stata una ricerca pubblicata sul The New England Journal of Medicine: come precisato da Vlado Perkovic, co-autore dello studio e professore presso l’Università del New South Wales, di Sydney, in Australia, “tali risultati aprono una nuova strada terapeutica per tutti i soggetti a rischio”.

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