È DAVVERO SBAGLIATO ASPETTARE I 14 PER AVERE UNO SMARTPHONE?

Sanihelp.it - Negli ultimi giorni si è acceso un dibattito attorno alla petizione lanciata da Alberto Pellai e Daniele Novara, che chiede al governo italiano di regolamentare l'uso degli smartphone per i minori. L'appello propone di vietare l'accesso agli smartphone fino ai 14 anni e l'uso dei social media fino ai 16. La reazione del pubblico è stata forte e diversificata: alcuni si sono mostrati favorevoli, altri contrari. Tuttavia, una delle questioni centrali sembra essere trascurata da chi si oppone a questa proposta: l'"addiction", ovvero la dipendenza che le tecnologie digitali possono generare.

L'ambiente online è progettato per catturare l'attenzione e far trascorrere sempre più tempo sui dispositivi. Le piattaforme social e i videogiochi sfruttano strategie mirate ad attivare i circuiti dopaminergici del cervello, generando una forma di dipendenza, soprattutto nei più giovani. Questo aspetto non viene mai considerato seriamente da chi sostiene che la responsabilità dell'uso dello smartphone sia solo dei genitori e che bisognerebbe educare gli adulti a limitarne l'uso, invece di vietarlo ai minori.

La legge ha spesso agito per proteggere i soggetti più vulnerabili dai rischi che non sono in grado di gestire autonomamente. Ecco perché esistono normative che vietano la vendita di alcol, tabacco e altre sostanze ai minori, così come l'accesso a determinate attività, come le sale da gioco. Gli smartphone e i social media, pur non essendo considerati sostanze, agiscono allo stesso modo stimolando i circuiti della dipendenza, un fenomeno particolarmente dannoso per i più giovani. Anche in famiglie competenti e ben strutturate, l'uso personale delle tecnologie da parte dei minori può avere conseguenze negative, un fatto che molti genitori consapevoli riconoscono.

La domanda che Pellai pone è semplice: quanti genitori, se avessero conosciuto gli effetti dell'introduzione precoce dello smartphone nella vita dei loro figli, farebbero oggi la stessa scelta? I dati clinici e scientifici mostrano chiaramente i rischi legati all'uso degli smartphone prima dei 14 anni. Quattro sono i principali fattori di rischio, descritti anche da Jonathan Haidt nel suo libro Generazione Ansiosa, e ripresi da Pellai e Barbara Tamborini nel loro testo Vietato ai minori di 14 anni:

Deprivazione di sonno

Deprivazione sociale

Frammentazione dell'attenzione

Dipendenza (Addiction)

Molti genitori hanno notato uno o più di questi effetti sui propri figli dopo l'introduzione dello smartphone. È importante riconoscere che la dipendenza tecnologica non è solo una questione di fragilità familiare. Anche in contesti familiari adeguati, la natura coinvolgente e avvincente dello smartphone rende difficile per i bambini farne un uso equilibrato.

Pellai evidenzia come non si possa semplicemente consegnare uno strumento tanto potente e potenzialmente dannoso a un bambino e aspettarsi che impari a gestirlo senza difficoltà. Come accade con altre dipendenze regolamentate da leggi, come quelle legate all'alcol, al tabacco e al gioco d'azzardo, anche l'uso dello smartphone richiede una regolamentazione che protegga i minori.

La petizione, disponibile qui, rappresenta una presa di posizione a favore delle nuove generazioni. «Per ogni cosa c'è il suo momento», dice l'Ecclesiaste, e questo vale anche per la tecnologia. Non si tratta di essere contrari all'innovazione, ma di riconoscere che c'è un'età sbagliata per gestire strumenti così potenti come gli smartphone e i social media. Le neuroscienze confermano che alcune aree del cervello, cruciali per l'apprendimento, non si sviluppano correttamente se i minori trascorrono troppo tempo nel digitale anziché nella vita reale.

L'appello ha raccolto numerose adesioni da parte di personalità del mondo della cultura, dell'arte e della scienza, tra cui Paola Cortellesi, Pierfrancesco Favino e Valeria Golino. Queste figure, insieme a esperti pedagogisti e psicologi, sostengono la necessità di vietare l'uso degli smartphone e dei social media fino a un'età in cui il cervello sia più sviluppato e meno vulnerabile alle dinamiche di dipendenza.

L'evento online con Daniele Novara e Alberto Pellai, che si è tenuto lunedì 16 settembre, ha offerto ulteriori spunti di riflessione e ha rappresentato un'occasione per sensibilizzare il pubblico sull'importanza di un uso responsabile della tecnologia da parte delle nuove generazioni.

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