NASCE IL TECNICO PER L’INTERO CICLO DI VITA DELL’IMMOBILE

La sostenibilità per ingegneri, architetti e per tutte le professioni tecniche è un concetto in profonda evoluzione. Se un tempo significava principalmente specializzarsi in efficienza energetica, oggi anche sulla scorta delle indicazioni della direttiva europea Epbd IV, chi progetta deve dimostrare una visione olistica, capace di considerare più fattori concatenati. L’immobile non può più essere valutato in modo puntuale, ma va analizzato negli impatti che determina su ambiente, società e costi di costruzione e gestione prendendo in esame l’intero ciclo di vita o Lca (Life Cycle Assessment).

Il cambio di paradigma richiede un forte ampliamento delle conoscenze tecniche su materiali, emissioni, risorse naturali e comfort abitativo oltre che informatiche e di uso di strumenti innovativi, dal digitale all’intelligenza artificiale. Di pari passo, servono anche capacità umanistiche: sociologi, psicologi ambientali e antropologi sono sempre più coinvolti nella pianificazione e nella progettazione degli edifici. Di fronte a questo scenario, gli studi e le società di ingegneria più strutturate integrano competenze multidisciplinari al loro interno mentre le realtà più piccole si sforzano di creare network collaborativi, per rispondere efficacemente a tutte le richieste del mercato.

«La sostenibilità non dipende dal risultato di un calcolo o dalla scelta di un materiale, ma dalla strategia complessiva che sta alla base del progetto, che coinvolge oggi le fasi costruttive, gestionali e di smaltimento - conferma Caterina Gargari, progettista e tecnico Lca, coordinatore della commissione tecnica nazionale GL2 Sostenibilità in Uni -. In questo senso, la figura del Life cycle assessor, attualmente non riconosciuta dalla normativa e debolmente promossa con corsi specifici negli atenei, riveste un ruolo cruciale. Si tratta di una specializzazione di alto livello, con compiti di supporto e coordinamento di team complessi, che incrocia conoscenze di progettazione ambientale con nozioni di tecnologia dei materiali e dei processi, includendo aspetti contrattuali, normativi ed economici, oltre ovviamente alla conoscenza specifica dei modelli di calcolo Lca. Tuttavia, ad oggi almeno in Italia il tecnico Lca è derubricato a un semplice professionista cui delegare calcoli e verifiche strumentali per rispondere a meri obblighi normativi. Una deriva che va modificata, a partire dal riconoscimento di questa competenza nelle norme sui corrispettivi commisurati al livello qualitativo delle prestazioni di progettazione».

Un ruolo di primo piano, in questo senso, è anche quello ricoperto dalle certificazioni di sostenibilità volontarie: da Itaca (per il pubblico) all’Agenzia Casa Clima, da Leed ai numerosi e sempre più dettagliati protocolli sviluppati dal Green Building Council Italia, che sta lanciando interessanti crediti pilota su aspetti innovativi della progettazione. «I protocolli – afferma Fabrizio Capaccioli, presidente di Gbc Italia – vanno considerati non come un aggravio ulteriore di costi, ma come un’opportunità per risparmiare, considerando il ciclo di vita dell’immobile. Il confronto, anche internazionale e fra i soci del nostro network, anche grazie a format innovativi come gli speed date che spingono al dialogo diretto di conoscenza, sono un mezzo per far crescere in qualità tutta la filiera del buon costruire».

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