MILLENNIALS PIù PROPENSI A SOSTENERE IL LIMITE ALLA RICCHEZZA PERSONALE

Roma, 18 settembre 2024 – Nell'odierno scenario si assiste a una distribuzione della ricchezza non omogenea tra le varie generazioni, con quelle più anziane nettamente privilegiate in termini economici rispetto ai millennials. Così come sottolineato da uno studio del 2021 pubblicato da Visual Capitalist, nel corso degli ultimi 30 anni le generazioni più anziane hanno accumulato più ricchezza rispetto ai giovani, ma lo scenario potrebbe cambiare nel corso dei prossimi anni. A tale aspetto si aggiunge il fatto che i millennials sarebbero più propensi, rispetto alle generazioni precedenti, a sostenere il limite alla ricchezza personale per cercare di ridurre le profonde disuguaglianze economiche che si sono radicate nella nostra società.

Millennials, i nuovi potenziali ricchi

Il primo importante aspetto da prendere in considerazione nell’analisi della ricchezza dei millennials è il fatto che questa generazione potrebbe, con il passare del tempo, diventare la più ricca di tutti i tempi. Il motivo è di facile intuizione e trova conferma nello studio condotto dalla società di investimenti immobiliari Knight Frank, la quale ha sostanzialmente sottolineato che l’eredità che verrà lasciata dalle generazioni più anziane (le più alte mai viste nella storia) ai millennials (nati tra il 1981 e il 1996), porterà quest’ultime a essere le persone più ricche mai esistite sulla Terra.

Per comprendere quanto appena detto è sufficiente guardare ai dati. Le attuali generazioni anziane hanno potuto acquistare molte case di proprietà e hanno beneficiato di pensioni pubbliche alte che hanno ridotto di molto la povertà. Tutta questa ricchezza verrà, nel corso del tempo, trasferita ai più giovani (millennials) nel momento in cui i membri delle generazioni precedenti passeranno a miglior vita. Si tratta di un fenomeno non banale visto e considerato che, attualmente, la distribuzione della ricchezza tra le generazioni non è affatto omogenea. Nella sola Italia, ad esempio, la ricchezza lorda pro capite di un over 65 si aggira intorno ai 300mila euro, con la soglia che scende a poco più della metà nel caso di un giovane di età compresa tra i 25 e i 34 anni. A questo si aggiunge anche che la possibilità di trovarsi in una condizione di povertà assoluta è doppia nel caso della generazione under 35 rispetto a quanto avviene per gli over 65.

Il limite alla ricchezza personale

Oltre al divario economico con le generazioni precedenti, i millennials fanno anche i conti con uno scenario nel quale la diseguaglianza della ricchezza personale tra tutti gli individui aumenta senza freni. Dal 2020 al 2022, l’1 per cento della popolazione si è arricchito il doppio rispetto al restante 99 per cento, con i ricchi che lo sono sempre di più e i poveri che faticano. La disparità di stipendio è ancora più netta se si guarda all’arco temporale degli ultimi 40 anni. Negli Stati Uniti, come sostenuto nel saggio Limitarianism: The Case Against Extreme Wealth della filosofa olandese Ingrid Robeyns, il guadagno medio di un amministratore delegato è cresciuto del 1460 per cento, quello di un impiegato solo del 18 per cento. È con questi dati che la filosofa si è rivolta ai millennials incentivando la loro propensione a sostenere un limite alla ricchezza personale: “Spero che i più giovani studino le questioni economiche e non si facciano attrarre dalle sirene fasciste o populiste. A noi tocca mostrare loro come l’80, forse il 90 per cento dei cittadini potrebbe beneficiare di una diversa tassazione delle eredità”.

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