CASE SEMPRE PIù PICCOLE PER CITTà SEMPRE PIù AFFOLLATE: COME CAMBIA L’ABITARE

Dopo il sì del Decreto Salva Casa, l’abitabilità dei micro appartamenti è diventata legge. Mentre, infatti, il precedente decreto ministeriale del 5 luglio 1975 stabiliva una metratura minima per considerare una casa a norma di legge e l'abitabilità variava a seconda del numero di occupanti e alla destinazione d'uso degli immobili, oggi, l’abitabilità di una casa con una superficie di 28 mq per bilocali e 20 mq per monolocali è formalmente approvata.

Si apre, così, un nuovo scenario nel panorama immobiliare e nella concezione stessa dell’abitare che vede le micro case e i mini appartamenti una realtà sempre più vicina. Basti pensare al crescente aumento nella vendita e nell’offerta di immobili più piccoli già iniziato a partire dal 2023 dove chi cercava casa si orientava sui 130 metri quadri per scendere a 118 mq all’inizio del 2024. Una tendenza, quindi, già in essere, inevitabilmente condizionata dai cambiamenti sociali che stanno investendo le grandi città e le persone che le abitano.

Cambia la società, cambiano le case. Da un lato assistiamo, soprattutto nei centri urbani più popolati, a un progressivo processo di “frazionamento” degli spazi abitativi. Un fenomeno influenzato dal fatto che, una volta, le case disponevano di ambienti molto ampi pensati per accogliere più generazioni contemporaneamente mentre, oggi, quelle metrature in più sono considerate in eccesso e comunque inefficienti. Dall’altro lato, esiste un altro fattore decisivo nell’evoluzione di questo trend, ovvero che le risorse economiche delle singole famiglie sono, oggi, più ridotte. Tuttavia, se nel corso del tempo si è registrata sempre di più una riduzione dei grandi appartamenti in favore di quelli più piccoli, non possiamo ancora parlare di una vera e propria tendenza relativa alle micro case.

Il futuro dei micro appartamenti. Con la nuova normativa, la riduzione a 20 mq può rappresentare una soluzione abitativa trasversale al servizio di utenze diverse: dalle famiglie, agli studenti, al comparto turistico. Gli appartamenti più piccoli, proprio per le loro ridotte dimensioni, saranno destinati, per lo più, a uso locazione transitoria mentre quelli che prima erano appartamenti troppo grandi per una sola famiglia, potranno essere frazionati in più unità immobiliari, andando a soddisfare, così, un maggior numero di nuclei familiari. Inoltre, se da un lato, nei centri storici, questo fenomeno di ridimensionamento degli spazi abitativi favorirà soluzioni turistiche, dall’altro, nelle zone periferiche, aiuterà gli studenti attraverso la creazione di studentati e soluzioni più accessibili. 

Meno metri quadri, maggiore vivibilità. Il processo per il quale ci stiamo abituando a vivere in case sempre più piccole è, ormai, cominciato da tempo ed è destinato a proseguire finché i centri storici saranno sempre più popolati e attrattivi per il comparto turistico. Di conseguenza, chi vorrà vivere in case più grandi, per una questione di rapporto costo beneficio, continuerà a spostarsi in zone più periferiche e accessibili. Tuttavia, spazi più piccoli non equivalgono a minor vivibilità: se pensiamo alle smart cities e alla domotica, diventa lampante come possano coesistere una minore quadratura ed un indice di maggiore abitabilità.

A ogni età la sua casa. Alla luce di tutto questo, sarà sempre maggiore uno spostamento per fasce d’età. Nel nostro Paese, dove prevale una cultura di “proprietari di case”, per cui se si compra una casa è per tutta la vita, ci avvicineremo progressivamente alle culture europee che approcciano al bene immobiliare come a un qualcosa di mutevole a seconda delle esigenze della persona e non viceversa. In conclusione, fenomeni come il co-living e il senior living, studentati e compound prenderanno sempre più piede nei dintorni dei nuclei urbani al fine di efficientare il percorso di occupazione e i centri storici saranno sempre più aperti e accoglienti ai flussi crescenti del turismo.

2024-09-16T09:10:01Z dg43tfdfdgfd