Mangiare da soli è un'abitudine che si sta diffondendo sempre di più in tutto il mondo. Le ragioni? Possono essere di natura economica, affettiva, caratteriale o di altro tipo, ma di certo è un dato che impone un ripensamento del settore della ristorazione. Sono sempre di più i ristoranti che, infatti, si stanno adattando per venire incontro a questo fenomeno.
Negli Stati Uniti e in Giappone si tratta di una tendenza già consolidata. Nel Paese nipponico, esiste anche un termine specifico per riferirsi a un cliente che si presenta da solo: «ohitorisama». Questa usanza si lega molte volte a una necessità di solitudine, utile a ristabilire un contatto con se stessi, e quale modo migliore per farlo se non un'attività così riflessiva come il mangiare?
Un report dell'agenzia di ricerca Mintel ha evidenziato come, nel caso dell'Europa, gli italiani si posizionino al sesto posto come persone che abitualmente mangiano da sole (29% sul totale della popolazione). A guidare questa classifica ci sono i polacchi (40%), seguiti dai britannici (33%), i tedeschi (31%), i francesi (30%) e gli spagnoli (29%).
Il «solo diner» diventa quindi una necessità nel mondo delle attività che hanno a che fare con la ristorazione, che si adegua a una tendenza che appare come uno specchio dei cambiamenti in atto nella società: «Stili di vita sempre più frenetici stanno riducendo il tempo a disposizione per quasi tutto, compresi i pasti condivisi, con la tendenza a mangiare da soli in aumento per molte persone in tutta Europa», ha spiegato Edward Bergen, analista globale di Mintel Food & Drink.
Ma oltre ai ritmi di vita che comprimono sempre di più gli spazi di rilassamento, ci sono altri elementi che non hanno favorito le interazioni sociali e che ancora mostrano i suoi effetti, come l'esperienza del Covid. Una riscoperta di una simile individualità ha accentuato anche l'utilizzo dello smartphone a tavola, un «amico» che oggi appare inseparabile dall'essere umano e che ha ripensato l'idea e il modo di vivere la socialità.
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