ANNA BELLISARIO, MORTA PER UN TIRAMISù NON VEGANO: I DUE PRODUTTORI DEL DOLCE PATTEGGIANO PER UN ANNO

Anna Bellisario, 20 anni, morì il 5 febbraio 2023 a Milano per aver mangiato un tiramisù venduto come vegano, ma contenente mascarpone. La ragazza, per una grave allergia, non poteva mangiare nemmeno prodotti con tracce di latte. Oggi i due produttori del dolce, accusati di omicidio colposo a marzo, hanno patteggiato a un anno con pena convertita in sanzione pecuniaria di 10 mila euro ciascuno.

Il patteggiamento

Giuseppe Loiero e la madre Giovanna Anoia, rispettivamente legale rappresentante e responsabile delle linee produttive della Glg srl, hanno patteggiato a un anno, con pena convertita in sanzione pecuniaria pari a 10 mila euro ciascuno. I due erano accusati in concorso di omicidio colposo della 20enne Anna Bellisario. 

Secondo quanto stabilito dal patteggiamento, accolto oggi 10 giugno dal gup Cristian Mariani, è stata revocata la misura interdittiva per ciascuno degli imputati e c'è stato «un pieno risarcimento delle parti civili», la vittima e il suo fidanzato, come ha fatto sapere il difensore Guido Camera.

La vicenda

La sera del 26 gennaio la ragazza, come ricostruisce il gip Fiammetta Modica, aveva ordinato «quattro cucchiaini» di "Tiramisun". Il dolce, di un lotto venduto come «vegano», in realtà conteneva «mascarpone e dunque latteina» come ingrediente e non come traccia, dunque non era solo una contaminazione.

La giovane, cliente da diversi anni del locale, aveva precisato ai responsabili del locale che «tra gli ingredienti non ci dovessero essere né uova né latte», come emerge pure «dal labiale delle immagini di videosorveglianza». La ventenne, secondo le indagini del pm Luca Gaglio e dell'aggiunto Tiziana Siciliano, perse la vita dopo dieci giorni di coma in seguito allo shock anafilattico provocato dal dolce.

Che significa vegano?

Se nell'etichetta del prodotto almeno si fosse parlato di «tracce di lattosio o suoi derivati», spiega il giudicegip di Milano, Fiammetta Modica, lei «non avrebbe ordinato e consumato il dolce, rivelatosi fatale». «Era risultata un'ulteriore non conformità relativa alla maionese vegana - aggiunge il gip - componente della salsa, contenuta nel panino mangiato dalla vittima, per presenza di proteine dell'uovo». Tuttavia «essendo questa molto diluita con gli altri ingredienti, non venivano rilevate proteine dell'uovo nella salsa effettivamente consumata da Anna».

I cibi vegani, realizzati senza carne né pesce, né derivati animali (quindi nemmeno latte vaccino, non sono, infatti, adatti a persone allergiche al latte vaccino, nel caso in cui ci fossero tracce di latte.  Potrebbero infatti, esser stati realizzati sullo stesso tavolo dove si producono prodotti con latte. Ciò non li rende, però, non vegani. Gli allergici rischiano la vita se ingeriscono un prodotto con tracce dell'allergene. Nel caso della Anna Bellisario, la quantità di latte era molto elevate, essendo il latte un ingrediente, perché usato per realizzare il mascarpone e non una traccia (ossia una contaminazione).

Nessun riferimento al latte negli ingredienti del Tiramisù

«Quando tu produci un prodotto così non pensi agli allergici, tu lo stai facendo per i vegani, non per gli allergici». Così parlava intercettata Giovanna Anoia, responsabile delle linee produttive della Glg, azienda produttrice del "Tiramisun", il 23 febbraio dello scorso anno, una ventina di giorni dopo la morte di Anna Bellisario.

Agli atti dell'inchiesta diverse intercettazioni come quella dimostrano che la donna «sottovalutava la tipologia di consumatori cui il prodotto poteva essere destinato». Da altre intercettazioni del marzo dello scorso anno emerge che, sempre secondo il gip, Loiero avrebbe creato «a posteriori un registro di formazione» per i dipendenti con elenco di «argomenti» che, invece, non sarebbero mai stati trattati.

2024-06-10T17:12:41Z dg43tfdfdgfd